«Potete bruciare tutto, ma non riuscirete mai a mandare in fumo un sogno». La Cleprin brucia. Ma stavolta non sono soli.

«Potete bruciare tutto, ma non riuscirete mai a mandare in fumo un sogno». Il sogno in questione è quello di Antonio Picascia e della sua Cleprin: una industria chimica specializzata nella produzione di detergenti in eco-dosi idrosolubili e completamente eco-compatibili e nella produzione e vendita di detersivi industriali.
Il sogno è quello di riappropriarsi e rigenerare il territorio attraverso la creazione di un sistema economico legale ed etico, come antidoto all’economia criminale.
Un sogno che non andato in fumo insieme alla maggior parte del patrimonio aziendale della Cleprin nella notte fra giovedi e venerdì 24 luglio.
Gli inquirenti hanno subito fugato ogni dubbio. L’incendio che ha distrutto la fabbrica era di origine dolosa.
Le fiamme che hanno attaccato la Cleprin Srl, il cui titolare, Antonio Picascia, viene considerato un imprenditore «antiracket».
Antonio, in passato, aveva avuto il coraggio di denunciare le pressioni subite dai suoi estorsori, emissari del clan dei “muzzoni” che opera in quella striscia di
terra a cavallo tra le province di Caserta e Latina.
Poche ore prima Picascia aveva incontrato, a Maiano in una tappa del Festival dell’Impegno Civile in occasione della commemorazione di Alberto Varone, vittima innocente di camorra, il presidente dell’Autorità nazionale anti-corruzione, Raffaele Cantone. Coincidenze inquietanti che sono al vaglio dei carabinieri che conducono le indagini sull’incendio.
Le fiamme hanno distrutto tutto, nonostante sul posto abbiano lavorato per diverse ore squadre dei vigili del fuoco giunte da tutta la provincia e dal confinante Lazio. Ad andare in fumo anche tonnellate di solventi, detergenti, detersivi e altri prodotti chimici.
A far stabilire la dolosità dell’incendio le esplosioni che hanno preceduto e che si sono susseguite durante il rogo, riprese da alcune telecamere di sorveglianza che non
sono andate distrutte durante l’incendio.
Ma Picascia e Franco Beneduce i due titolari della Cleprin non sono stati lasciati soli. Da subito è arrivata la solidarietà del referente della provincia di Caserta di “Libera – associazioni, nomi e numeri contro le mafie”. «Aspettiamo di sapere di più su quanto accaduto nel più breve tempo possibile – ha dichiarato Gianni Solinoma avviamo da subito una mobilitazione. Antonio Picascia –non deve essere lasciato solo».
Solidarietà anche da parte di don Luigi Ciotti di Libera nazionale, che il 30 luglio ha voluto visitare quel che resta dell’azienda.
Anche il Comitato don Diana ha fatto sentire la sua vicinanza ai coraggiosi imprenditori trasferendo la tappa del Festival dell’Impegno Civile dalla Coop. Al di là dei sogni alla vicina Cleprin: «Per manifestare – spiega Valerio Taglione, referente del Comitato – contro chi ancora una volta prova a distruggere ciò che di bello sta nascendo in queste Terre. Scendiamo tutti al fianco di Antonio e Franco e non lasciamoli soli. E’ il momento di dire basta a queste azioni, è il momento di dare inizio ad una vera rivoluzione culturale, è il momento di essere partigiani e di prendere la parte del bene».
Ma anche atti concreti come quello dell Coop Adriatica che ha confermato la disponibilità a finanziare la ricostruzione, anche se Picascia ha rifiutato l’offerta dicendo che sarebbero bastati gli ordini di produzione. L’ assessore regionale alle Attività produttive, Amedeo Lepore, ha dichiarato l’intenzione di convocare un tavolo tecnico per aiutare l’azienda a superare le difficoltà ed infine, la nomina da parte del leader di Confindustria Caserta, Luciano Morelli, che ha voluto Antonio Picascia nella giunta dell’associazione: «È una nomina – spiega Morelli – che ribadisce l’impegno per l’affermazione dei valori di legalità quale condizione essenziale per un sano e corretto sviluppo dell’economia del territorio».
La forza a Picascia e Beneduce di certo non manca e nemmeno il coraggio: sanno di affrontare l’ennesima strada in salita stavolta, rispetto a tanti anni fa con la convinzione di non essere da soli e di avere, accanto a loro, una rete civile e sociale che li accompagna, li incoraggia e li assiste in ogni nuovo passo che vorranno compiere poiché queste fiamme seppur alte e distruttive non sono riuscite e non riusciranno a mandare in fumo il loro sogno.

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