Figli, figliastri e figli di…

photo credit: 藍川芥 aikawake

In questi giorni ne abbiamo lette ed ascoltate tante sul ddl Cirinnà, sulle unioni civili, sulle adozioni.
E, ad essere sincero, il più delle volte le parole erano dette a sproposito.
La solita Italia tutta, e tutta fatta di tifosi, di questa o quella posizione, è intervenuta.
E manco a dirlo ha preso questa o quella posizione.
Non sta di certo a noi di ZoomIn entrare nel merito del dibattito parlamentare: non ne abbiamo i titoli e, soprattutto, il nostro compito è precipuamente quello di informare.
E poi ci vorrebbero ore, e fiumi di inchiostro che, come ben sapete… non ci possiamo permettere (sic!)
Vogliamo però informarvi che ad un certo punto c’è stata la furbata di tirare in ballo, nel dibattito, le adozioni gay.
Una invenzione di sana pianta che non era né nel testo originale, né tantomeno nei “canguri” annessi e connessi.
Adozioni omosessuali buttate lì per ingenerare paura ed ognuno in questo frangente ha tirato in ballo i diritti dei bambini e la loro protezione.
S’è in qualche modo rivisto il testo e, miracolo, lo si è pure votato e, miracolo miracolo, lo si è pure approvato in Senato.
Una sola cosa è certa: la pagina storica che dicono di aver scritto non è altro che la montagna che partorisce un topolino. Come faccia la montagna a partorire un topolino non lo so… dev’essere frutto di qualche utero in affitto.
Bambini, dicevamo, che poi, con lo stralcio della stepchild adoption si ritrovano ora, più di prima, scoperti di qualsiasi protezione.
Bambini che continueranno ad essere figliastri.
Come sempre facciamo la figura dei provinciali… facimme chi figlie e chi figliaste…

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